Consumi Si chiama IP tracking, «Le Monde» ha raccolto casi.
Se al secondo clic aumenta
il prezzo dei biglietti online
È possibile spiare l'utente tracciando il suo pc
I sospetti in Francia e le segnalazioni in Italia
http://www.corriere.it/tecnologia/cyber-cultura/13_gennaio_27/clic-secondo-aumenta-prezzo-biglietti-online-serra_8c82fee4-6843-11e2-b978-d7c19854ae83.shtml
È più di una sensazione se ce l'hanno in tanti. E il blog dedicato ai consumatori di Le Monde ha avuto il coraggio di darle voce. A chi non è mai capitato di andare a prenotare un biglietto online, verificare l'offerta e a distanza di poche ore trovare per la stessa tratta un prezzo più alto? Altra curiosa coincidenza: tra le 9 e le undici del mattino, orario in cui per definizione lavorano maggiormente le segreterie e i servizi generali delle imprese, i prezzi sono sempre più alti.
È una questione di algoritmi, dicono le compagnie di trasporto. È «IP tracking», dicono invece i lettori del quotidiano francese, cioè il modo con cui le aziende che fanno commercio elettronico sono in grado riconoscere il cliente: ne «tracciano» l'identità attraverso l'IP del computer. Le Ferrovie francesi, Sncf, hanno naturalmente negato, facendo piuttosto notare che si tratta di un «grande classico» di certi altri colleghi che operano sui binari dell'Europa, e delle compagnie aeree. Non AirFrance, però, a giudicare dalla sua replica.



La Polizia postale e delle telecomunicazioni non ha ricevuto segnalazioni. E gli esperti del settore fanno notare che, qualora venisse dimostrato l'IP tracking, difficilmente sarebbe configurabile come reato: si tratterebbe di stratagemmi, a meno che non si vedesse una manovra più ampia di aggiotaggio.
La prova sul campo, comunque, assolve i nostri maggiori operatori. Scelta una data (il 12 aprile) per prenotare un viaggio di sola andata da Milano a Roma in treno o in aereo alle otto del mattino, tutti e tre i gestori scelti hanno confermato l'offerta trovata al primo clic, con anzi il caso virtuoso di Trenitalia che in seconda battuta metteva in vendita un prezzo ancora più basso del precedente.
«Non usiamo cookies per policy aziendale. Mediamente emettiamo un biglietto su tre a tariffa ridotta, su un monte complessivo mensile di un milione e mezzo», assicurano da Trenitalia. Alitalia impiega i cookies per fare re-marketing, cioè per capire dove piazzare i banner pubblicitari, mai l'IP tracking: «Troppo costoso. Se davvero fossimo in grado di riconoscere il cliente, magari alla quinta visita gli proporremmo il buono sconto. Sarebbe la soluzione più intelligente».
Vedi anche:
http://sosconso.blog.lemonde.fr/2012/12/07/vous-prenez-le-train-evitez-le-e-billet/
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