1. MONTI E BERSANI COME I CAPPONI DI RENZO: SI BECCANO MA SONO SULLA
STESSA BANCA
- 2. UN MONTE DI GUAI (ELETTORALI). L’UNICO “UOMO DEL MONTE” CANDIDATO
ALLE ELEZIONI STA PROPRIO CON MONTIMER: IL TRANSFUGA DEL PD ALFREDO
MONACI, PER TRE ANNI NEL CDA MPS E ANCORA OGGI TITOLARE DI POLTRONE, MA
“SE C’ERO DORMIVO…”
- 3. IL PASTICCIACCIO BRUTTO DEI PIDDINI SENESI. NON C’ENTRANO NULLA CON
MPS? MACCHÉ! COSTRINGONO PER STATUTO I NOMINATI DELLA BANCA A VERSARE
UN OBOLO AL PARTITO
- 4. NON SOLO MUSSARI E I SUOI 700MILA EURO NELLE CASSE PD: TUTTI I
DEMOCRAT SENESI PREMIATI CON UNA POLTRONA MPS DOVEVANO PAGARE MIGLIAIA
DI EURO AL PD LOCALE
- 5. LA SOLUZIONE CHOC DI CULATELLO PER SALVARSI DALLA VORAGINE
MONTEPASCHINA: AZZERARE SUBITO TUTTO IL PD DI SIENA PRIMA DELLE COMUNALI
DEL 26 MAGGIO
-
LA SOLUZIONE CHOC DI BERSANI: AZZERARE IL PD SENESE
Lo
ha scritto l'altro giorno Marcello Zacché sul "Giornale": "Circola
anche la voce del commissariamento della Federazione Pd prima delle
comunali del 26 maggio". Una voce che nei palazzi romani sembra prendere
forza. Per uscire dall'impasse in cui il caso Mps ha cacciato il Pd a
trenta giorni dal voto, dalle parti di Culatello Bersani starebbero
pensando a una soluzione choc: azzeramento immediato di tutto il Pd di
Siena, senza aspettare di arrivare a ridosso delle comunali. Un modo per
fare pulizia e bloccare la faida che nella città del Palio va avanti da
mesi e sta trascinando a fondo tutto il partito.
Sede MPS
italia giusta bersani MONTI
2. L'UNICO "UOMO DEL MONTE" E' CANDIDATO CON MONTI
Paolo Bracalini e Gian Marco Chiocci per "Il Giornale"
Dai
microfoni di Radio Anch'io il premier «amico dei banchieri» avrebbe
dovuto dire che anche lui, o chi per lui, c'entra in questa brutta
vicenda senese. In quella banca e nella città della banca, infatti, per
tanto tempo ha detto la sua un certo Alfredo Monaci, un piede nella
politica e l'altro nelle banche, democristiano di lungo corso, poi
Margherita, poi Pd e ora candidato blindato al terzo posto della Lista
Monti in Toscana (dietro a Andrea Romano e Edoardo Nesi), del quale non
si ricordano clamorose prese di posizione sulle scandalose vicende del
Monte dei Paschi di Siena. Eppure il Nostro incarna quel che Monti
giusto ieri stigmatizzava: la politica nelle banche, e viceversa.
IL SINDACO DI SIENA FRANCO CECCUZZI NEL GIORNO DELLE DIMISSIONI DA PARLAMENTARE jpeg
VIGNETTA BENNY SU LIBERO MONTI STAMPELLA DI BERSANI
Ora che da poco ha lasciato l'incarico di consigliere di
amministrazione di Mps sotto la presidenza Mussari (è entrato nel 2009,
ne è uscito nel 2012) nel partito unico che governa a Siena siamo alla
scissione dell'atomo, anche all'interno delle stesse famiglie, tipo la
sua. Potentissima. Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale e
capo della corrente cattolica del Pd senese oltreché ovviamente ex
dipendente del Mps, rappresenta l'area degli ex Ppi anche se ostile alla
Bindi, sua avversaria storica.
Ai tempi si battè per mettere a capo della Fondazione Mps un certo
Gabriello Mancini, era Mussari, trascorsi nella Margherita. Alfredo,
invece, rappresentava l'anima dei rutelliani (il figlio è vicepresidente
della Provincia di Siena) nell'attesa di essere folgorato da Mario
Monti. Prim'ancora era stato vicepresidente della Sansedoni, immobiliare
della Fondazione Monte dei Paschi, poi nel cda di Banca Monte dei
Paschi, quindi a capo di Biverbanca, controllata dal Mps, e tuttora è
presidente di Mps Immobiliare spa e presidente di Fabrica Immobiliare
Sgr.
BERSANI E MUSSARI
Prima del cambio di vertice in Mps, con l'arrivo di Profumo e Viola,
era dato addirittura per certo come vicepresidente della banca senese,
poi si dice che la nomina sia stata stoppata dalla corrente ex diessina
che fa capo al sindaco Ceccuzzi, e allora un pezzo della maggioranza ha
tolto la fiducia alla giunta che è caduta, col Comune commissariato che
va al voto a maggio prossimo.
mps
La ragione, si sussurra sotto la Torre del Mangia, starebbe proprio
nella mancata promozione del Monaci. Che stuzzicato da Oscar Giannino
sull'assordante silenzio per i disastri della banca che seguiva dalla
poltrona di consigliere in Cda, s'è difeso maldestramente ricordando che
lui, nel 2007, quando si concretizzò Antonveneta, ancora non c'era.
MARIO MONTI E GIUSEPPE MUSSARI jpeg
Si è pure inalberato: «A partire da Antonveneta deve essere fatta
chiarezza a 360 gradi: ognuno si deve assumere le sue responsabilità
politiche (...). Chi dice che la politica è fuori dal Monte dei Paschi
si sbaglia, perché Profumo è espressione della politica». Dal 2009 al
2012 i piccoli azionisti hanno denunciato qualunque cosa. Lui non c'era
su Antonveneta, d'accordo. Ma quando è esplosa la bomba e la banca è
andata a fondo, dov'era?
3. OBOLO DEMOCRATICO: IL PD SENESE PRETENDEVA LA PERCENTUALE DA CHI RICEVEVA UNA POLTRONA MPS
Franco Bechis per "Libero"
Giuseppe Mussari
Il più generoso è stato Giuseppe Mussari, l`uomo della bufera Mps: ha
versato al Pd e all`antenato Ds 683.500 euro in dieci anni. Il suo
ultimo vice, Ernesto Rabizzi, vicepresidente del Monte dei Paschi di
Siena (e attuale presidente della controllata e super pagata
Antonveneta),
ha versato 125 mila euro in due anni al solo Pd. Non sono
però stati gli unici. Perché alla tesoreria
congiunta di Camera e
Senato risultano 23 attuali o ex manager del Monte dei Paschi di Siena
che hanno versato negli anni oltre 2 milioni di euro al partito oggi
guidato da Pier Luigi Bersani.
veltroni giu mussari
C`è Saverio Carpinelli, presidente di Mps capital service, che ha
donato alle federazioni
di Siena del partito 176.063 euro. Alessandro
Piazzi, deputato della Fondazione Mps,
che ne ha versati pochi meno di
162 mila euro. Riccardo Margheriti, presidente di Mps
banca verde, che
ha sfiorato i 133 mila euro. Silvano Andriani, ex senatore del Pci e
tutt`oggi presidente di Mps Axa e delle due controllate assicurative
nel ramo vita e danni,
che di euro ne ha versati più di 123 mila.
Ha dato il suo obolo costantemente finché
la malaria non se l`è
portato via ancora giovanissimo nel 2006 anche Stefano Bellaveglia,
all`epoca vicepresidente della Banca e di Hopa, la finanziaria di
Emilio Gnutti che ebbe un ruolo importante nei progetti di scalate
bancarie del 2005. Sopra i 100 mila euro di versamenti anche Marco
Spinelli, consigliere di amministrazione di Mps leasing & factoring.
GIUSEPPE MUSSARI E MARIO DRAGHI jpeg
L'elenco continua con i benefattori del partito, che sembrano
ringraziare per il posticino ottenuto nella grande galassia della banca
senese. C'è il presidente del collegio sindacale della Fondazione Mps,
Marcello Venturini, che ha versato 72.625 euro. Fabio Borghi, già
presidente di Mps gestione crediti, che ha versato 71 mila euro. Moreno
Periccioli, attuale consigliere di Banca Antonveneta di nomina Mps, che
ha versato 69.400 euro. E poi Antonio Sclavi (già presidente di Mps
tenimenti), Aldighiero Fini (oggi presidente di Mps capital service), e
un piccolo esercito di consiglieri e sindaci della banca o della
fondazione che la controlla ancora saldamente.
Oboli
regolari
Sono tutti contributi regolari, denunciati sia da chi li ha
ricevuti che da chi li ha erogati secondo quello che ancora prevede la
legge sul finanziamento dei partiti. Ognuno può tifare per il partito
che vuole, e naturalmente questo non è impedito a chi ha incarichi al
Monte dei Paschi di Siena. Tanto affollamento e continuità di oboli,
però, qualche dubbio lo lasciano. Anche perché il Pd - e già prima Pds e
Ds - non è un partito come gli altri.
GIULIANO AMATO E GIUSEPPE MUSSARI
monti mussari visco interna nuova
Se fa eleggere qualcuno al Parlamento o negli enti locali, pretende
di avere qualcosa in cambio per finanziare la propria attività: una
quota dello stipendio pubblico ricevuto. In buona parte d'Italia il Pd
ha la stessa identica pretesa anche per i propri nominati in enti
pubblici. È una richiesta un po' sul filo del rasoio, perché lì il
partito dovrebbe c'entrare poco o nulla.
MUSSARI GRILLI GUZZETTI VISCO resize
Sarebbe quasi intimidatoria se fosse inoltrata a un manager scelto
sul mercato, che potrebbe anche adire le vie legali di fronte a questa
richiesta. Ma viene accettata - con poche eccezioni - da militanti e
iscritti al partito nominati in cda di enti pubblici, e così si aggira
il problema giuridico. Il Pd di Siena questo pretende dai suoi nominati.
mussari x
Tanto da averlo scritto chiaro e tondo all'articolo 28 del
regolamento finanziario del coordinamento territoriale della città del
Monte. L'articolo si intitola «Doveri degli eletti, designati e
nominati». Così sta scritto: «Gli eletti e/o nominati presso enti
pubblici e gli incaricati o designati presso altri soggetti pubblico o
privati (.. .) hanno il dovere di contribuire al finanziamento del
partito, versando alla tesoreria una quota dell'indennità o degli
emolumenti derivanti dalla carica ricoperta con i criteri e nella misura
di cui ai successivi articoli (il 30% del lordo percepito. ndr). Il
mancato o incompleto versamento del contributo (...) è causa di
incandidabilità a qualsiasi altra carica o designazione da parte del
Partito democratico [...]».
GIUSEPPE MUSSARI FABRIZIO VIOLA
Insomma, se vieni designato dal partito a una carica in ente pubblico
o privato, o dici grazie versando dei soldi, o ti sarà assai difficile
proseguire quella carriera. Ê il caso della Fondazione Mps e addirittura
degli incarichi nella banca e nelle sue controllate? Non possiamo dirlo
con certezza, ma certo 23 nominati che si sdebitano in quel modo
farebbe pensare proprio di sì.
tremonti-mussari-draghi
I pochi altri versamenti ricevuti dal Pd senese sono arrivati infatti
dagli eletti o da propri uomini mandati alla guida di municipalizzate o
spa controllate dagli enti locali (così accade ad esempio per l'ex
parlamentare Fabrizio Vigni). Non ci sono contributi di qualcuno che non
abbia ricevuto prima dal partito una designazione o una nomina. Il
meccanismo a Siena sembra più che oliato. Ed è facile che girasse
intorno soprattutto alla banca del Pd.
da:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-monti-e-bersani-come-i-capponi-di-renzo-si-beccano-ma-sono-sulla-49942.htm
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