venerdì 22 marzo 2013

Meno di zero: i burocrati di stato si autocelebrano

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Per la serie: i poveri sono cornuti e pure mazziati, ecco che i super consulenti , burocrati di stato, strapagati, gente che possiede tripli, quadrupli incarichi a "chiamata diretta"... gente sulle cui eccelse capacita' si potrebbe discutere... eccoli che creano un bel portale per elogiare il proprio genio,  e giustificare incarichi e remunerazioni forse non sempre meritati...

Eppure, nessuno ha chiesto loro giustificazioni.

Ecco a voi:

Il sito www.nonsiamofannulloni.com
intende valorizzare il pubblico impiego
che lavora e che funziona,
come già avvenuto nel volume fotografico
‘NON SIAMO FANNULLONI’
di Vito Tenore, ed. Dike

"Raccontare e descrivere la Pubblica Amministrazione che funziona non fa notizia, mentre la figura del dipendente pubblico fannullone o nullafacente ispira articoli, saggi, trasmissioni televisive.
Questo sito vuole invece raccontare la Pubblica Amministrazione che lavora, che produce, che fornisce servizi con efficienza.
Attraverso i ritratti di ‘fedeli servitori dello Stato’, il sito vuole offrire uno spaccato di buona amministrazione, fatta di uomini e donne talentuosi che, nei più diversi settori e con le più varie qualifiche, onorano il nostro Paese."

http://nonsiamofannulloni.com/

PS: assumere un antiemetico prima di accedere al sito.


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Poi leggete questo:

La casta dei giudici che si regala 50mila euro

03/11/2011 - Tar e Consiglio di Stato: quelli che sentenziano sul loro stipendio Esiste un’altra ‘casta’ di privilegiati, oltre a quella dei politici: lo sostiene l’Espresso nel numero in edicola questa settimana, spiegando che “i magistrati di Tar e Consiglio di Stato

 
Tar e Consiglio di Stato: quelli che sentenziano sul loro stipendio

Esiste un’altra ‘casta’ di privilegiati, oltre a quella dei politici: lo sostiene l’Espresso nel numero in edicola questa settimana, spiegando che “i magistrati di Tar e Consiglio di Stato sentenziano anche sul loro stipendio. E si regalano premi fino a 50 mila euro. In barba ai tagli”.
LE RICCHE INDENNITA’ - Il settimanale parla di “un posto, in Italia, dove i dipendenti pubblici possono aumentarsi gli stipendi da soli” e in una nota che anticipa i contenuti dell’inchiesta riferisce che nei “resoconti ufficiali di alcune riunioni” del Consiglio di Stato “ha scoperto che la mattina dell’15 aprile 2011, mentre la Banca d’Italia diffondeva nuovi drammatici dati nazionali su occupazione e recessione economica, i rappresentanti dei magistrati del Tar e del Consiglio di Stato si sono (auto) approvati nuove e ricche indennità”. Gli aumenti riguardano “non solo gli incarichi esterni, ma anche le meno conosciute cariche interne” e i premi “vanno dai 20 ai 50 mila euro l’anno”. Secondo l’Espresso “per le nuove indennità del solo Consiglio si spenderanno 960 mila euro l’anno”, cui vanno aggiunti gli aumenti riconosciuti ad altre funzioni interne, su cui l’articolo di dilunga nel dettaglio.
IL PRECEDENTE - Non è la prima volta che l’Espresso si occupa del Consiglio di Stato. In un articolo di quasi un mese fa a firma di Emiliano Fittipaldi si entrava ancora più nel dettaglio:
Nessuno si sognerebbe mai di lasciare una delle cariche più ambite d’Italia, rifugio dorato per generali, ex ambasciatori, prefetti e trombati eccellenti della politica. All’organo “di rilievo costituzionale”, che ha la doppia funzione di dare pareri legislativi al governo e fare da appello al Tar, non è facile accedere: il 25 per cento dei posti è riservato ai vincitori del concorso, stessa quota è appannaggio di Palazzo Chigi, mentre il 50 per cento è destinato ai magistrati del Tar con circa trent’anni di anzianità alle spalle. Una volta entrati nella casta dei consiglieri, il gioco è fatto. E’ difficile quantificare il loro lavoro in maniera oggettiva, ma quasi sempre chi viene nominato dal governo viene inserito nelle sezioni che danno pareri ai ministeri, mentre sembra consuetudine che i magistrati di lungo corso si dedichino alle sentenze, più delicate.
Il consigliere Antonio Catricalà, di sicuro, se ne sta con le mani in mano. Oggi è ufficialmente presidente di sezione fuori ruolo, ma da tempo immemore non entra a Palazzo Spada, avendo preferito fare il capo di gabinetto, il consigliere giuridico e il segretario generale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Ora è il capo dell’Authority per la concorrenza e guadagna 477 mila euro annui, a cui aggiunge quelli percepiti come presidente di sezione. Un extra da “ottomila euro al mese”, ammette a “L’espresso” con onestà intellettuale. Sembra incredibile ma accumulare due stipendi è un suo diritto. Non solo: chi è “prestato” ad altre istituzioni conserva sia il salario base sia l’indennità giudiziaria, la voce legata ai rischi di essere un giudice. La intasca anche chi, di fatto, fa un altro mestiere.
Il doppio trattamento è un privilegio di altri undici “fuori ruolo”: da Salvatore Mario Sechi, consigliere del presidente della Repubblica, a Alessandro Botto dell’autorità di vigilanza dei Lavori pubblici, dal vice segretario della presidenza del Consiglio Luigi Carbone al braccio destro del ministro Sacconi Caro Lucrezio Monticelli. Che spiega: “Prendo 8300 euro netti come consigliere, ma solo la parte accessoria dello stipendio di capo di gabinetto. Quant’è? Circa 4 mila euro netti al mese”. Pure Franco Frattini è un consigliere che non consiglia da un pezzo, visto che passa da lustri da un incarico politico all’altro. Il ministro degli Esteri ha rinunciato allo stipendio parlamentare, ma la carriera “fantasma” a Palazzo Spada continua ad andare a gonfie vele: è stato promosso, due settimane fa, presidente di sezione. Ruolo che farà lievitare la sua busta paga.