sabato 26 gennaio 2013

MPS: criminali e pali... ma dimettersi: MAI

 

 In ogni crimine che si rispetti, c'e' il criminale (gli speculatori) ed il palo (colusi che sapeva ma... ha taciuto e retto il sacco). In un paese QUALUNQUE, se si dimostra che le cose stanno come scritto...ebbene, se il palo ha un ruolo istituzionale, SI DIMETTE PRIMA ANCORA CHE GLI VENGA CHIESTO DI FARLO.

Tranquilli: siamo in Italia

 

 

 

1. IL VERBALE DEGLI ISPETTORI BANKITALIA INCHIODA DRAGHI, TARANTOLA, PROFUMO E VISCO - 2. LA FAVOLA DEI DOCUMENTI “SEGRETI” TROVATI NELLA CASSAFORTE DI MPS DA PROFUMO NON REGGE PIÙ, I DERIVATI CON DEUTSCHE BANK E NOMURA ERANO STATI CORRETTAMENTE ANALIZZATI E SEGNALATI ERANO CONSERVATI NELLE CASSEFORTI DI VIA NAZIONALE DOVE MARIO DRAGHI E LA CAPA DELLA VIGILANZA TARANTOLA AVEVANO LE CHIAVI - 3. ANCHE L’ATTUALE GOVERNATORE IGNAZIO VISCO ENTRA NEL VORTICE CON LA SUA INCAUTA DICHIARAZIONE: “CI HANNO NASCOSTO I DOCUMENTI”. NON È VERO PER NIENTE: I DOCUMENTI ERANO STATI TRASMESSI AL DIRETTORIO BANKITALIA IN DATA 9 NOVEMBRE 2010 - 4. DRAGHI VIENE INCHIODATO ANCHE DAGLI “STRESS TEST” CONDOTTI A LUGLIO 2011. COME POTEVA MPS SUPERARE GLI “STRESS TEST” EUROPEI SE ANCORA NON ERANO STATE PRESE LE MISURE INDICATE COME IMPERATIVE DALLA VIGILANZA. DRAGHI ERA TROPPO IMPEGNATO NELLA SUA ASCESA ALLA BCE PER OCCUPARSI DI QUESTI DETTAGLI? - 

 http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-il-verbale-degli-ispettori-bankitalia-inchioda-draghi-tarantola-profumo-e-visco2-la-favola-49952.htm

 

NAPOLITANO VISCO DRAGHINAPOLITANO VISCO DRAGHI Anna Maria TarantolaAnna Maria Tarantola ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLAALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA VERBALE BANKITALIA SU MPSVERBALE BANKITALIA SU MPS1. DAGOREPORT - IL VERBALE DEGLI ISPETTORI BANKITALIA PUBBLICATO DAL LINKIESTA.IT INCHIODA PROFUMO, DRAGHI E VISCO.
In 5 minuti cadono le versioni del pasticciaccio Monte dei Paschi e data dai vertici del Monte dei Pacchi e quella del governatore di Bankitalia.

I derivati con Deutsche Bank e Nomura erano stati correttamente analizzati e segnalati a Draghi e alla Tarantola dai competenti ispettori della Vigilanza che mantenendo alto il buon nome dell'Istituto di Sorveglianza scrivono: "i disallineamenti fra rilevazioni contabili e gestionali riducono la qualità dei dati esposti, in particolare l'indisponibilità di informazioni di dettaglio e l'utilizzo di basi dati non uniformi ha influito sulla tardiva riconciliazione fra modelli interni e segnalazioni in matrice sul rischio di tasso, che l'organo di Vigilanza aveva richiesto sin dal dicembre 2009". Ed ancora: "il contributo economico del Servizio, di elevata incidenza, sul margine d'interesse finisce largamente per confondersi con quello della rete commerciale"

La favola dei documenti "segreti" trovati nella cassaforte di MPS da Profumo non regge più, i documenti erano conservati nelle casseforti di Via Nazionale dove Draghi e la Tarantola avevano le chiavi.

Anche il Governatore attuale entra nel vortice con la sua incauta dichiarazione "ci hanno nascosto i documenti". Non è vero: i documenti erano stati trasmessi al Direttorio in data 9 novembre 2010.

Draghi viene inchiodato anche dagli "stress test" condotti a luglio 2011. Come poteva MPS superare gli "stress test" Europei se ancora non erano state prese le misure indicate come imperative dalla Vigilanza.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-07-15/cinque-banche-italiane-hanno-160722.shtml?uuid=AaqaaNoD

Draghi era troppo impegnato nella sua ascesa alla BCE per occuparsi di questi dettagli?
CAROSIO VISCO LA VIA TARANTOLA SACCOMANNI ALL ASSEMBLEA DI BANKITALIACAROSIO VISCO LA VIA TARANTOLA SACCOMANNI ALL ASSEMBLEA DI BANKITALIA MUSSARI PRODIMUSSARI PRODI
2. BANKITALIA, ECCO IL VERBALE DELL'ISPEZIONE 2010 SU MPS
http://www.linkiesta.it/mps-banca-d-italia-verbale-ispezione-2010#ixzz2J6C2d2ty

«L'accertamento, mirato a valutare i rischi finanziari e di liquidità, ha fatto emergere risultanze parzialmente sfavorevoli». Comincia così il verbale dell'ispezione che la Banca d'Italia condusse su Banca Monte dei Paschi di Siena dall'11 maggio al 6 agosto 2010.
Oltre a svariati rilievi sulla gestione e l'organizzazione, gli ispettori evidenziarono «profili di rischio non adeguatamente controllati» con riferimento alle operazioni in pronti contro termine e swap su Btp, per complessivi 5 miliardi di euro, stipulate con la Nomura e Deutsche Bank (pag. 5).
mario_draghi_joggingmario_draghi_jogging Il verbale, datato 29 ottobre 2010, è firmato dal capo ispettore Vincenzo Cantarella ed è stato notificato all'allora presidente di Mps Giuseppe Mussari. La banca fu invitata a rispondere entro trenta giorni, con lettera a firma dei componenti degli organi aziendali (cda e sindaci).
bankitalia bigbankitalia big All'epoca dei fatti, Mario Draghi era governatore della Banca d'Italia. Anna Maria Tarantola, attuale presidente della Rai, è stata funzionario generale dell'Area Vigilanza bancaria dal febbraio 2007 al 20 gennaio 2009. In tale data viene nominata vicedirettore generale ed entra quindi a fare parte del direttorio dell'istituto, pur restando il punto di riferimento massimo della Vigilanza. Stefano Mieli è stato responsabile dell'area dal 28 febbraio 2009 fino al pensionamento. Dal 1 marzo 2012 il funzionario capo della Vigilanza è Luigi Federico Signorini.
draghi mariodraghi mario «L'Autorità di Vigilanza - si legge a pagina 6 del verbale - si riserva (....) di promuovere eventuali provvedimenti ai sensi della vigente legislazione bancaria e finanziaria».
Ad oggi non è noto quali provvedimenti sanzionatori siano stati decisi da Bankitalia in relazione all'ispezione 2010. Ieri, in un'intervista al Sole 24 Ore, il governatore Ignazio Visco ha detto che «negli ultimi due o tre anni c'è stata molta attenzione sullo stato della liquidità della Banca Mps». Fino a questa mattina, sul Bollettino di Vigilanza della Banca d'Italia, aggiornato con dilazioni anche superiori a 24 mesi, non vi era traccia di sanzioni a Mps succesive all'ispezione

 

MPS, RIP. GRAZIE, SPECULATORI.

1. PARLA ALL’ASSEMBLEA DEL MONTE DEI PACCHI L’AZIONISTA BEPPE GRILLO (DUE AZIONI): “QUELLO CHE HANNO FATTO È PEGGIO DI TANGENTOPOLI, CRAXI E PARMALAT INSIEME” - 2. “ERA UNA BANCA FLORIDA DAL 1500. DAL 1995 SONO ARRIVATI I DS E SIAMO ALLO SCEMPIO TOTALE: UN PARTITO È DIVENTATO UNA BANCA E UNA BANCA È DIVENTATA UN PARTITO” - 3. “MUSSARI È UN INCOMPETENTE, LO HANNO MESSO LÌ A FARE IL LINOLEUM, E PROFUMO HA UN CURRICULUM PER QUESTO RUOLO INADATTO PERCHÉ INDAGATO PER FRODE FISCALE - 4. GRILLO: “C’È UN BUCO DA 14 MILIARDI” - PROFUMO: “MI DICA DA DOVE VIENE QUESTA INDICAZIONE?" - 

 

 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-parla-allassemblea-del-monte-dei-pacchi-lazionista-beppe-grillo-due-azioni-quello-che-49895.htm

1 - MPS: GRILLO, PEGGIO DI TANGENTOPOLI, DI CRAXI E PARMALAT
(ANSA) - "Quello che hanno fatto alla banca Monte dei Paschi è peggio della Tangentopoli, di Craxi e di Parmalat insieme, questo è il danno che hanno fatto". Così Beppe Grillo arrivando nella sede dell'Assemblea di Mps, accolto da una ressa di giornalisti, cameraman e fotografi. "Hanno fatto di un partito una banca e di una banca un partito", ha aggiunto mentre entrava in Assemblea. "Mussari è un incompetente, lo hanno messo lì a fare il linoleum: stanno vendendo una banca del 1500 al mercato", ha concluso.
GRILLO IN GIACCA ALL ASSEMBLEA DI MPSGRILLO IN GIACCA ALL ASSEMBLEA DI MPS GRILLO MPSGRILLO MPS 2 - GRILLO, PROFUMO INADATTO PERCHE' INDAGATO
(ANSA) - "Alessandro Profumo lo conosco, è di Genova come me, faceva il casellante e studiava la notte. Ma ha un curriculum inadatto per questo ruolo perché è indagato per frode fiscale". Così Beppe Grillo ha aperto il suo intervento all'assemblea del Montepaschi.
3 - GRILLO, QUI BUCO DA 14 MLD; PROFUMO, NESSUN BUCO
(ANSA) - Botta e risposta tra Beppe Grillo e Alessandro Profumo in assemblea. Il leader del movimento a 5 stelle parlando ai soci ha lanciato l'allarme di "un buco nei conti di 14 miliardi di euro, bisogna subito aprire un'inchiesta". Dichiarazione che ha fatto subito intervenire il presidente Profumo che ha chiesto: "Mi dica da dove viene questa indicazione? Qui non c'é nessun buco".
MONTE DEI PASCHIMONTE DEI PASCHI "Questa era banca dei senesi. Banca florida, straordinaria - ha proseguito Grillo -. Poi nel 1995 è stata politicizzata, è entrato un partito, sono entrati i Ds e siamo arrivati allo scempio totale". "Il mercato non è altro che i soliti squali che entrano nelle società, investono e vogliono i dividendi. Per darli è stata disintegrata una delle più belle banche. Si sono venduti tutto". Il leader del Movimento 5 stelle ha quindi ribadito quanto aveva detto arrivando, ossia che la situazione del Monte é peggio della Parmalat e di Tangentopoli. "Bisogna chiamare i segretari del Pd e chiedergli conto", ha concluso.
GRILLO ALLA ASSEMBLEA MPSGRILLO ALLA ASSEMBLEA MPS 4 - GRILLO, PARTITO DIVENUTO BANCA E BANCA DIVENUTA PARTITO
(ANSA) - "Qui siamo in una distorsione in cui un partito è diventato una banca e una banca è diventato un partito". E' quanto scrive su Twitter Beppe Grillo in merito allo scandalo di Mps. Il leader del M5S chiede una Commissione d'inchiesta.
GRILLO ALL ASSEMBLEA DI MONTEPASCHIGRILLO ALL ASSEMBLEA DI MONTEPASCHI 5 - A INGRESSO ASSEMBLEA PRESIDI E STRISCIONI
(ANSA) - Un presidio della Lega Nord e uno delle forze che sostengono la lista Rivoluzione Civile di Ingroia stanno accogliendo i soci di Banca Monte dei Paschi di Siena convocati per l'Assemblea straordinaria. Cori e volantini contro la dirigenza del Monte ma anche contro l'ex sindaco di Siena e candidato del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative Franco Ceccuzzi. Ressa all'ingresso all'arrivo di Beppe Grillo che, come aveva annunciato, parteciperà all'Assemblea avendo comprato due azioni.
MUSSARI PROFUMO jpegMUSSARI PROFUMO jpeg 6 - AL VIA ASSEMBLEA, PRESENTE 52,7% CAPITALE
(ANSA) - E' iniziata da pochi minuti l'assemblea degli azionisti del Montespaschi chiamata a varare il piano di salvataggio che passa attraverso la sottoscrizione degli aiuti di Stato, i cosiddetti Monti Bond. Il presidente Alessandro Profumo, aprendo i lavori, ha indicato la presenza in sala del 52,7 per cento del capitale. Per quanto riguarda la composizione dell'azionariato non risultano cambiamenti tra i grandi soci della banca, ad eccezione di Axa che detiene un 3,2% rispetto al 2,5% che emerge dal sito della Consob.
CECCUZZICECCUZZI La Fondazione Mps possiede il 34,9%, la famiglia Aleotti il 4% (Finamonte Srl), Unicoop Firenze il 2,7% e JpMorgan il 2,5 per cento. All'ordine del giorno un solo punto, quello per la ricapitalizzazione. Sono previsti comunque numerosi intereventi, tra questi i più attesi sono quelli del presidente della Fondazione, Gabriello Mancini, e quelli di Beppe Grillo e dell'economista Michele Boldrin che affianca Oscar Giannino in campagna elettorale.
montepaschi siena sedemontepaschi siena sede

venerdì 25 gennaio 2013

MA NON DOVEVANO ESSERE MINISTRI PURAMENTE TECNICI?



MA NON DOVEVANO ESSERE MINISTRI PURAMENTE TECNICI?

LEGAMI DI PASSERA - DA QUANDO È AL MINISTERO, CORRADINO HA CHIAMATO AMICI DEGLI AMICI A FARE I COMMISSARI STRAORDINARI PER LE AZIENDE IN CRISI

 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/legami-di-passera-da-quando-al-ministero-corradino-ha-chiamato-amici-degli-amici-a-49934.htm

Paolo Fantauzzi per "l'Espresso"
Il 20 dicembre scorso nella Sala del Parlamentino di via Molise c'erano tutti gli alti dirigenti dello Sviluppo economico. Si celebrava la prima giornata della trasparenza, voluta da Corrado Passera per portare luce nei meandri del dicastero. Quasi una fissazione, quella del ministro, che alla trasparenza ha anche dedicato un tavolo tecnico e in più occasioni ha ribadito la necessità di selezionare le persone più adeguate per i vari incarichi.
Ministro PasseraMinistro Passera Nell'Italia che vede fallire in media 30 imprese al giorno e lievitare la nomina di commissari straordinari, Passera non pare però essere stato sempre coerente. Il ministro si è mosso infatti in assoluta continuità con la logica dei suoi predecessori, dimostrando peraltro di avere eccezionale memoria delle persone incontrate durante la sua attività professionale.
GIANCARLO INNOCENZIGIANCARLO INNOCENZI Scelte spesso squisitamente politiche, del tutto lecite, essendo le designazioni per la gestione delle aziende in difficoltà di carattere fiduciario (nel resto del mondo vengono decise dai giudici). Non il massimo, però, per un civil servant che al momento di giurare al Quirinale assicurava di aver tagliato i ponti con la sua vita passata.
Nemmeno il tempo di sedersi alla scrivania che Passera ha dovuto affrontare la crisi del gruppo Pansac, produttore mantovano di materiali plastici. La scelta è caduta su Marco Cappelletto, avvocato veneziano e amico intimo di Renato Brunetta, che lo ha voluto perfino come testimone di nozze. Negli stessi giorni sull'orlo del fallimento è finito anche il Cefop, ente di formazione professionale siciliano da un migliaio di dipendenti, clientele sterminate e oltre 200 casi di parentopoli (come quello di Mario Raimondo, consuocero del presidente del Senato, Renato Schifani).
CIRO FALANGACIRO FALANGA Sebbene le dimensioni non proprio gigantesche potessero far optare per un solo amministratore, Passera ha confermato il collegio di avvocati nominati commissari giudiziali (180 mila euro per tre mesi di lavoro) dal suo predecessore, Paolo Romani: il milanese Bartolo Antoniolli, il romano Giuseppe Benedetto e il napoletano Ciro Falanga. Antoniolli è stato direttore Affari legale di Rti (Mediaset).
Falanga è un ex deputato: eletto nel 2001 con la lista civetta del centrodestra "No ai ribaltoni", aderì a Forza Italia e poco prima della fine della legislatura passò al centrosinistra coi Repubblicani europei. Adesso è tornato a destra, candidato al Senato con il Pdl. Benedetto è un penalista che vanta numerosi clienti di peso (fra gli altri, Clemente Mastella) e un ruolo da commissario della Ira costruzioni e della dozzina di società collegate per volere dell'ex ministro Antonio Marzano. A Palermo gira voce che la loro parcella si aggirerà sui 700 mila euro. Benedetto smentisce. Intanto il collegio ha chiesto 150 mila euro di anticipo.
GIOVANNI FIORIGIOVANNI FIORIProprio Benedetto peraltro è protagonista di un caso singolare: nel febbraio 2012 Passera gli affida il Cefop, ma pochi giorni dopo lo rimuove da commissario della Sacaim (comparto edile), accogliendo di fatto le lamentele della proprietà sulla gestione degli amministratori. Al loro posto il ministro nomina l'avvocato bolognese Alberto Maffei Alberti, presidente del Centro agroalimentare cittadino e già impegnato nel salvataggio di Ferrania e Cms. Sotto molti aspetti si tratta di una vecchia conoscenza: pochi mesi prima di entrare nel governo Passera ha infatti evitato, tramite Intesa Sanpaolo, il crac dell'istituto di credito presieduto da Maffei Alberti, il Banco emiliano romagnolo.
Una vicenda non priva di strascichi giudiziari, vista l'inchiesta per truffa avviata dalla Procura di Bologna sulla base di un esposto presentato da due ex soci, secondo i quali il presidente era a conoscenza dell'imminente commissariamento di Bankitalia quando, nell'estate 2009, chiese di sottoscrivere un aumento di capitale da 8,8 milioni. Le strade del ministro e di Maffei Alberti si erano però già incrociate nel 2007, quando l'avvocato curò per Cariparma l'acquisizione di 173 sportelli di Intesa.
STEFANO AMBROSINISTEFANO AMBROSINI Coincidenze, si dirà. Eppure in passato ha incrociato diverse volte Passera e la sua banca anche l'avvocato milanese Alessandro Triscornia, nominato commissario della Form, azienda lombarda che produce getti in alluminio. Nel 2008, ad esempio, il legale ha assistito Intesa Sanpaolo nella vendita al gruppo Intek della partecipazione nel fondo di investimenti I2Capital. Mentre Enrico Giliberti, senior partner dello studio associato di Triscornia, è stato insieme a Passera nel consiglio di Rcs.
Gnudi PieroGnudi Piero Nessuna liaison, invece, col manager Piero Nardi, chiamato un mese fa a risollevare le sorti del gruppo siderurgico Lucchini. Ma lui e il ministro si sono sfiorati nell'estate '96, quando Passera lasciò il ruolo di amministratore delegato della Olivetti per andare al banco Ambrosiano Veneto: Nardi arrivò due mesi dopo come direttore generale.
Viene dallo studio legale del ministro del Turismo, Piero Gnudi, Paolo Cevolani, nominato amministratore della piacentina Rdb nonostante fosse già alle prese con la gestione controllata di Fioroni e Costaferroviaria e commissario liquidatore delle holding Fochi e Salvarani (tutte designazioni di Pierluigi Bersani). Con Cevolani c'è anche il commercialista milanese Giorgio Zanetti, pure lui con un pregresso di gestioni straordinarie da record: gruppi Scala, Ilva Pali Dalmine e Selfin. In tutto fanno 15 società.
I casi di collezionisti di incarichi sono numerosi e spesso si sovrappongono fra loro. Per dire: nella gestione della Scala, dell'Ilva-Dalmine e della Selfin, Zanetti è affiancato da Giovanni Fiori, che al tempo stesso è commissario dell'Alitalia, della Pietro Mazzoni Ambiente e membro del collegio sindacale della Banca d'Italia. Un altro commissario Alitalia, Stefano Ambrosini, segue anche le crisi della multiutility piemontese Asa e della carrozzeria Bertone, venduta alla Fiat (finora i tre amministratori hanno avuto circa 800 mila euro di liquidazione).
Nei tredici mesi trascorsi a via Veneto, Passera non ha fatto nulla per evitare concentrazioni di questo tipo. Il legale leccese Antonio Casilli, ad esempio, era già nel collegio che gestisce la Olcese e la Iar Siltal, eppure gli è stato affidato anche il gestore del servizio idrico dei comuni della provincia di Palermo, Acque potabili siciliane.
Forse una prassi inevitabile con un ministro abituato a sedere contemporaneamente, da banchiere, in una decina fra consigli di amministrazione, consigli generali e comitati esecutivi.

 

mercoledì 23 gennaio 2013

TRE in UNO

Avete presente i film complicati, dove storie apparentemente lontane s'intrecciano? Fra salti di poltrone all'epoca politicamente decise e fondi neri, seguite tre fili:

1.Monte dei Paschi di Siena: il crack che fa tremare la politica

scritto da: Mirco Giubilei il 23 gennaio 2013 in Notizie Italia
http://www.mondoinformazione.com/notizie-italia/monte-dei-paschi-di-siena-il-crack-che-fa-tremare-la-politica/81401/ 

2.Crac Maggio Musicale Fiorentino, fuori la sovrintendente, arriva il commissario

http://www.ilgiornale.it/news/interni/crac-maggio-musicale-fiorentino-fuori-sovrintendente-arriva-878182.html
 

3.FIRENZE Tav, l'inchiesta: sospetto di fondi neri, i "trucchi" per risparmiare

http://www.lanazione.it/cronaca/2013/01/21/833330-inchiesta-tav-alta-velocita-fondi-neri.shtml


 

 

lunedì 21 gennaio 2013

Non stupitevi piu': dalla poltrona si piazzano altre poltrone (parenti, amici).

Sottosegretari e delegati del presidente: una peculiarità che costa 2 milioni di euro l’anno

All’inizio era Francesco Magnano sottosegretario della presidenza della Regione Lombardia con delega “all’attrattività e promozione del territorio”. Che cosa effettivamente facesse il “geometra di Arcore”, tecnico di fiducia della famiglia Berlusconi, non si è mai effettivamente saputo. Ora Magnano non c’è più, sostituito dalla ex “signora Provincia” Ombretta Colli l’8 febbraio 2012, ma i sottosegretari di Formigoni sono ben quattro, e costano alle casse regionali circa un milione e mezzo l’anno.
Ecco i nomi: Paolo Alli (Attuazione del Programma ed Expo 2015), Ombretta Colli (pari opportunità, moda e design), Massimo Zanello (Cinema), Alberto Cavalli (Università e ricerca). Il loro compenso è equiparato a quello di un presidente di commissione e hanno diritto a una segreteria composta da un responsabile e tre addetti, per una spesa complessiva annua di circa 184.000 euro. Da qui, appunto, il costo complessivo annuo di 1,5 milioni di euro. La figura del sottosegretario del Presidente esiste solo in Regione Calabria, che ne ha due, e in Regione Emilia Romagna, che ne ha uno.
Formigoni ha nominato anche alcuni delegati del presidente, che tecnicamente sono consulenti e hanno diritto a un compenso massimo pari all’indennità dei consiglieri regionali (tra 100 e 120mila euro). Al momento in carica sarebbero in tre: Monica Guarischi (Pari Opportunità fino al febbraio 2012, da allora Politiche dei tempi e tutela dei consumatori), Giuseppe Grechi (trasparenza) e Gian Carlo Abelli (Rapporti con il Parlamento). Angelo Giammario (relazioni con l’area metropolitana di Milano) si è dimesso dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per corruzione il 14 marzo 2012. Marco Lionello Pagnoncelli (Enti Locali) e Roberto Baitieri (Promozione, sviluppo e innovazione delle aree montane) si sono dimessi a fine dicembre 2011, Fabio Saldini (Moda, design, Tutela dei consumatori) è stato sostituito da Grechi l’8 febbraio 2012.
All’inizio della legislatura, dunque i delegati erano di fatto sei, anche se la legge ne consente un massimo di cinque. La dotazione di risorse e di personale non è definita ufficialmente, ma è noto che almeno Magnano avesse un ufficio all’interno di Palazzo Lombardia, così come Abelli, che costituisce comunque un costo per l’amministrazione regionale a prescindere dal fatto che lui, essendo parlamentare, non percepisce alcun compenso per questo suo ruolo lombardo. Ecco il report della loro attività.
Una piccola notazione: Magnano e Pagnoncelli erano il primo e il secondo dei non eletti nel famoso listino di Formigoni. Ne facevano parte anche Luciano Bresciani, Giulio De Capitani e Monica Rizzi, nominati poi assessori.  Il costo dei sottosegretari e dei delegati ammonta quindi a quasi due milioni di euro l’anno.
Il Consiglio regionale, votando un ordine del giorno presentato dal Partito democratico, il 6 dicembre 2011 ha chiesto a Formigoni di rinunciare agli uni e agli altri. È rimasto inascoltato.