venerdì 1 marzo 2013

Renzi scopre le carte: voglio la poltronissima !


"Nel PD troppi tacchini". Perche' tacchino vuole essere solo lui,

Il sindaco disponibile di fronte all'ipotesi di una coalizione con Grillo e Berlusconi

Renzi: sono pronto a fare il premier

Bersani e Errani convinti di avere il sostegno decisivo di molti senatori 5 Stelle. Il lavoro di «scouting» sarebbe andato in porto

 Corsera

Matteo Renzi, sindaco di Firenze (Fotogramma)Matteo Renzi, sindaco di Firenze (Fotogramma)
ROMA - Il futuro Gianni Letta di Pier Luigi Bersani, ossia Vasco Errani, ha aiutato il segretario del Pd a fare i calcoli. Alla fine i due si sono guardati negli occhi e si sono detti. «È fatta».
Il segretario del Pd e il suo braccio destro sono convinti: al Senato, oltre ai parlamentari che fanno riferimento a Mario Monti, c'è un gruppo di grillini pronti a sostenere il governo presieduto dal leader del Partito democratico. Li hanno contattati, ci hanno parlato a lungo, il lavoro di «scouting» è andato in porto e ora possono tirare un sospirone di sollievo. A questo punto, dicono inorgogliti i bersaniani, il governo guidato dal segretario del Pd è praticamente fatto. Ma in quello stesso partito c'è chi non ci crede, chi fiuta la trappola, chi, come Massimo D'Alema, ritiene che le trattative con il Movimento 5 stelle possano condannare a morte il centrosinistra. Dalla sua Firenze Matteo Renzi guarda ai movimenti del suo partito con un mix di disincanto e preoccupazione. Il sindaco rottamatore vorrebbe un Pd con maggiore «verve» però si è ripromesso di non ostacolare il manovratore Bersani e si attiene a quel che ha detto in tempi non sospetti. Il che, ovviamente, non gli preclude il campo della politica. Ci è nato e cresciuto in quel territorio, del resto. Ai collaboratori, agli amici, a qualche «suo» parlamentare ha spiegato che cosa intende fare: «Vedo che alcuni giornalisti scrivono che io potrei fare il premier, che potrei fare il segretario. Tutte illazioni. E cavolate. La realtà dei fatti è questa: io non mi farò mai cooptare dal partito. Manco morto! Nessuno dei vertici potrà mai dire: "Il nostro prossimo candidato premier sarà Renzi". Perché a quel punto io dico: no, grazie. Altra cosa è se il Partito democratico va alle consultazioni da Giorgio Napolitano con una rosa dei nomi. Cioè, senza dire che la richiesta è quella di Bersani secca. Se per riuscire a superare lo stallo che si è creato e che, certamente, non fa bene al Paese, il Pd si presentasse con più nomi di possibili candidati alla presidenza del Consiglio e se fra quei nomi ci fosse anche il mio, allora io ci penserei seriamente».
A fare che? Non il candidato premier di una coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni, ma il possibile presidente del Consiglio di una grande coalizione, che comprenda Grillo e anche Berlusconi, e che riesca finalmente ad avviare «le tante riforme da fare». «In quel caso potrei accettare di prendere in mano la situazione. So bene che ci potrei rimettere le penne, che mi converrebbe lasciar perdere, ma è una sfida che mi avvince».



E Renzi non ritiene di tradire la fiducia di Bersani quando spiega queste cose ai fedelissimi: «Io sono stato leale fino all'ultimo». La correttezza non gli vieta di spiegare qual è la sua versione dei fatti, nè di illustrare la sua analisi su quello che è successo. Tradotto dal politichese all'italiano: Renzi è pronto a dire perché il centrosinistra che si riteneva vincitore abbia mancato l'occasione della vita: «Quando dicevo che avremmo dovuto dimezzare i parlamentari e azzerare il finanziamento pubblico, tutti mi trattavano come un demagogo da strapazzo, anche nel partito, senza capire che quello era il modo per sgonfiare Grillo». I vertici del Pd non hanno seguito i suggerimenti del sindaco di Firenze, sconfitto dalle primarie, e hanno preferito andare dietro al vincitore di quella tenzone: «Hanno optato per il partito identitario. E il partito identitario più di quei voti non riesce a prendere». Già, di quei voti che sono tre milioni e mezzo in meno di quelli che prese Walter Veltroni. L'ex segretario lo ricorda: «Forse ora capiranno come fosse importante quel 34 per cento».
Se Veltroni sente ancora su di sé le ferite inflittegli da un partito non esattamente solidale, Renzi, memore di quell'esperienza, si tiene alla larga dai giochi e i giochetti del Pd: «Arrivano per le riunioni del partito con le loro belle auto blu e litigano. Io preferisco rimanere a Firenze e andare in giro in bicicletta. Non voglio essere coinvolto in queste storie». Rifugge dagli alterchi e dalle polemiche, il sindaco di Firenze, ma quando parla con il suo gruppo di futuri parlamentari (una cinquantina, circa) spiega. «La verità è che noi abbiamo perso queste elezioni il giorno in cui abbiamo respinto la gente dai seggi delle primarie, quando abbiamo deciso che dovessero votare solo i militanti. Con che faccia, poi, potevamo chiedere a tutta questa gente che abbiamo cacciato di andare a votare alle politiche per noi?».

giovedì 28 febbraio 2013

La Relazione dei Servizi Segreti Italiani: fra Paperinik e l'Ovvio



Corsera

«minaccia cibernetica rappresenta la sfida più impegnativa per il sistema Paese»

Servizi, crisi alimenta tensione sociale

La relazione degli 007 al Parlamento: «La minaccia anarco-insurrezionalista può produrre attentati spettacolari»

Annamaria Cancellieri (Imagoeconomica)Annamaria Cancellieri (Imagoeconomica)
Dalla minaccia cibernetica a quella anarco-insurrezionisti. Dalle grandi opere ai pericoli in Afghanistan. E ancora banche, made in Italy e, ovviamente, la Tav. Il rapporto dei servizi segreti al Parlamento lancia l'allarme terrorismo legato alla crisi economica. Se non ci fosse una ripresa c'è un rischio concreto di un innalzamento delle «tensioni sociali» e «contestazioni ad esponenti politici e sindacali». Fino ad arrivare ad «attentati spettacolari». LA CRISI - Insomma il Dipartimento informazioni e sicurezza diretto da Giampiero Massolo, mette sotto la lente di ingrandimento movimenti antagonisti misurandone la pericolosità in questo momento. Secondo gli 007 il «massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali» ha contribuito a contenere le tensioni che sono andare accumulandosi in diversi ambiti, dalla protesta degli autotrasportatori in Sicilia alla campagna contro Equitalia, dalla Tav alla scuola. Ora però, «in assenza di segnali di un'inversione del ciclo congiunturale - si legge - l'incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale, potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa ed innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità ai gruppi dell'antagonismo», per «intercettare il dissenso e incanalarlo verso ambiti di elevata conflittualità».
I MOVIMENTI - Questa situazione ha portato i movimenti antagonisti ad una «rinnovata disponibilità al confronto» e che, di fronte ad «un eventuale aggravamento dello scenari congiunturale» potrebbe «costituire fattore di aggregazione e generalizzazione del dissenso, favorendo l'azione delle frange antagoniste che mirano alla radicalizzazione dell'offensiva sociale».
«AZIONI SPETTACOLARI» - «Un ruolo trainante», secondo gli 007, rivestono «le frange anarco-insurrezionaliste, principali protagoniste delle azioni radicali nella Valle, determinate ad alimentare la protesta contro la Tav superandone i limiti localistici per diffondere il conflitto nei territori». Ed «ulteriori fermenti di lotta si registrano contro la linea Verona-Brennero, in Trentino Alto Adige, e la tratta Genova-Milano, nell'ambito del progetto denominato Terzo Valico per la linea Genova-Rotterdam. Ciò a testimonianza di una contaminazione dello schema contestativo anche in relazione ad altri interventi infrastrutturali che interessano il Paese. Si è confermato il ricorso ad azioni continue ma di bassa intensità», secondo una prassi (cosiddetta "strategia di logoramento") ritenuta cautelativa per gli antagonisti ma fortemente onerosa per l'azione di contrasto». Insomma la minaccia anarco-insurrezionalista rimane «estesa e multiforme», in grado di tradursi in una «gamma di interventi» che può comprendere anche «attentati spettacolari». Lo scrivono i servizi segreti nella Relazione annuale consegnata al Parlamento.
«CYBERCRIME»- Sotto la lente il cybercrime che rappresenta una minaccia «complessa, impalpabile e pervasiva» capace di produrre «ricadute peggiori di quelle ipotizzabili a seguito di attacchi convenzionali» e di «incidere sull'esercizio delle libertà essenziali per il sistema democratico». L'allarme arriva dai Servizi Segreti che nella Relazione al Parlamento affermano che è questa minaccia, al momento, «la sfida più impegnativa per il Paese». L'attenzione deve dunque essere massima in quanto la minaccia interessa molteplici aspetti: «dai sistemi complessi e strutturati dello Stato e delle grandi aziende, ai computer e agli smartphone dei singoli cittadini». Senza dimenticare che la «soluzione al problema è di non facile individuazione e applicazione, poiché‚ gli attori, i mezzi, le tecniche d'attacco e i bersagli mutano più velocemente delle contromisure».
LE BANCHE E I CAPITALI OPACHI- In alcune banche italiane emergono profili di rischio «per le opacità dei capitali apportati», per l'ingresso di nuovi soci «dal profilo ambiguo» e per la «distorta gestione del credito da parte di esponenti aziendali sleali». I servizi hanno inoltre guardato con attenzione alla nascita in Italia delle prime filiali di banche asiatiche che, «rivolte oggi principalmente ai propri connazionali residenti in Italia, possono costituire la premessa all'ampliamento della concorrenza allogena nel nostro Paese, con rischi di erosione di importanti quote di mercato per gli operatori nazionali»
EXPO E GRANDI OPERE - In ambito nazionale, «la minaccia più insidiosa per il tessuto economico-produttivo resta l'infiltrazione della criminalitá organizzata di stampo mafioso, sempre più pervasiva su tutto il territorio nazionale». Secondo le indicazioni raccolte dal comparto intelligence, «i gruppi criminali continuano a ricercare contatti collusivi nell'ambito dell'Amministrazione Pubblica, funzionali ad assicurarsi canali di interlocuzione privilegiati in grado di agevolare il perseguimento dei loro obiettivi economici e strategici, quali il controllo di interi settori di mercato e il condizionamento dei processi decisionali, specie a livello locale».
ESTREMA DESTRA - «È ipotizzabile un'intensificazione dell'impegno dell'area dell'estrema destra sul sociale, cui potrebbe accompagnarsi una possibile recrudescenza della conflittualità tra antagonisti di opposto segno ideologico, già degenerata nel recente passato in episodi di violenza». Sul versante internazionale, sottolinea la Relazione del comparto intelligence, «si sono consolidate ed ampliate le sinergie con le formazioni europee di omologo orientamento ideologico, finalizzate alla costituzione di un comune fronte identitario connotato in chiave antiatlantica e filorussa».«Crescente attivismo "metapolitico" -prosegue il documento- hanno poi mostrato le organizzazioni culturali (centri studio, associazioni, siti e giornali telematici, periodici di geo-politica, case editrici) inserite nel circuito internazionale della destra eurasiatista e filoislamica, impegnate in una costante opera di propaganda a favore di un avvicinamento dell'Europa alla Russia». Dalla Spagna alla Russia, l'estrema destra europea «sta tentando di disseminare le proprie ideologie islamofobiche, antisemite e nazionaliste, finalizzate soprattutto alla tessitura di relazioni transnazionali idonee alla creazione di un movimento impegnato nella difesa del Continente da ogni "contaminazione"».
MISSIONI ESTERE - In Afghanistan «sul piano della sicurezza permane elevato il livello della minaccia, caratterizzata da sinergie tra 'insorgentì afgani ed organizzazioni terroristiche basate nelle aree tribali pakistane, attive soprattutto nelle regioni orientali e meridionali» ma anche nel quadrante occidentale a guida italiana «si è registrato un incremento degli episodi ostili in danno del contingente nazionale che ha contato nel 2012 sette caduti». «A fronte dello stallo nel processo negoziale tra governo e insorgenza - spiegano gli analisti dei servizi - gli sviluppi sul terreno hanno testimoniato la persistente vitalità di gruppi armati, intaccata solo in parte dalle operazioni condotte nel tempo dalle unità Isaf». Anche se «la prospettiva di una ridotta presenza militare straniera e il programmato ricambio della leadership afgana potrebbero indurre l'insorgenza a coniugare il confronto sul terreno con un approccio più pragmatico, colto a favorire l'ascesa al potere di personalità in grado di soddisfarne le aspettative politiche».

mercoledì 27 febbraio 2013

CATTIVERIA ITALIETTA: SADISMO CONTRO I PERDENTI

Cambiera' mai questo paesucolo: fra neo eletti che già si montano la testa e si vedono "furbetti", ancora una volta emerge il lato peggiore di questo paese. Oltre a salire SUBITO sul carro del vincitore, l'italianuccio medio, ben fomentato da giornalisti voltagabbana,  ATTACCA CON CATTIVERIA, SADISMO, chi ha perso... "Io?Mai stato li'!"


“ANCORA POCHI GIORNI E SMACCHIEREMO IL GIAGUARO”: CAMPIONARIO TRAVAGLIATO DI QUELLI CHE NON HANNO MAI CAPITO UNA MAZZA - “L'EFFETTO MONTI PUÒ VALERE FINO AL 20%”(LA STAMPA E REPUBBLICA) - “SIAMO AL 5%” (INGROIA) - “IL PD È AVANTI DI 12 PUNTI” (L’UNITÀ) - “SILVIO ANTI-CASTA RUBA VOTI A GRILLO” (LIBERO) - “ABBIAMO IMPARATO DAGLI ERRORI DEL PASSATO (PRODI) - “SONO CONVINTO CHE ANDREMO SOPRA IL 20%” (FINI)…

Marco Travaglio per "Il Fatto Quotidiano"
MORETTI BERSANIMORETTI BERSANI Il risultato elettorale più previsto e prevedibile del mondo - il trionfo di Grillo e l'in-governabilità al Senato col primato risicato del centrosinistra che s'è mangiato quasi 10 punti in un mese nella campagna elettorale più demenziale della storia, al punto da rischiare il sorpasso in retromarcia del centrodestra fermo da settimane sotto il 30% - ha colto di sorpresa i migliori professionisti della politica e dell'informazione, che sarebbero pagati proprio per capire quel che succede nel Paese. Invece non hanno mai capito una mazza e ora assistono al naturale epilogo della Seconda Repubblica con occhi pallati, salivazione azzerata, lingua felpata e boccuccia a cul di gallina: "Chi l'avrebbe mai detto". Per dirlo, bastava uscire per strada negli ultimi anni. Ma lorsignori avevano altro da fare.
BERLUSCONI REGGE LE TESTE DI MONTI BERSANIBERLUSCONI REGGE LE TESTE DI MONTI BERSANI Morto di sonno.
"Forse un'occhiata ai sondaggi potrebbe rendere Grillo più cauto. Secondo gli ultimi dati il M5S è sceso ancora, e oggi varrebbe meno del Pdl senza Berlusconi... Per riprendersi dal colpo di sonno Grillo ha subito apparecchiato il solito campionario di finezze sui politici. Ma evidentemente continuare a sventolare la frase più ripetuta nei bar italiani da 50 anni dopo "il gol della Juve era in fuorigioco", e cioè "i politici devono andarsene a casa", non basta più per riscuotere il successo di qualche mese fa" (Giuliano Ferrara, Il Foglio, 3-1).
Come Cicciolina.
"Ora Grillo vale quanto Cicciolina... Per mesi noi che lo dicevamo un fuoco fatuo, un'illusione per gonzi, una scemenza appena degna di curiosità, siamo stati derisi e considerati out. In prime time e in prima serata si dava retta al Giamburrasca di Genova, quando sosteneva disinvolto e bugiardo... che era in arrivo una grande rivoluzione totale... Bisognerebbe fare oggi un'antologia del Fatto Quotidiano e di certe testate tv... L'han data a bere a una nazione intera. Grillo ora vola al di sotto del 10 per cento.
DALEMA - OCCHETTO - BERSANI - LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRADALEMA - OCCHETTO - BERSANI - LA GIOIOSA MACCHINA DA GUERRAÈ un fenomenuccio come cento altri nella nostra non immortale storia, un caso scandaloso e impertinente di invadente caciara con il suo spazietto politico residuale, alla Cicciolina, e molti cominciano a capire che non era vero che in Sicilia era arrivato primo, che non esiste la democrazia della rete, che non si può fare politica con il solo insulto e con il solo uso del disprezzo popolare verso le istituzioni sputtanate... Sono bastate l'entrata in lizza di Berlusconi, il ‘prima il Nord' della Lega, l'arrivo di Monti e i rilanci delle primarie di Bersani con contorno di Renzi: ecco qui, i partiti e le leadership riconquistano bene o male il palcoscenico, arriva il voto utile, che poi è il voto senza aggettivi, e l'attore torna ai suoi cabaret" (Giuliano Ferrara, il Giornale, 6-1-2013)
beppe grillo portebeppe grillo porte Grillo chi?
"Considerando che i ‘grillini', secondo i sondaggi più benevoli, sono accreditati del 6-8 per cento dei voti, questo timor panico dei partiti è indecoroso... Si misurino faccia a faccia con quella che chiamano ‘antipolitica' e scopriranno di essere di parecchie spanne più alti" (Michele Serra, Repubblica, 27-4-2012).
Sali & Tabacci.
"Sarà una vittoria netta, Berlusconi e la Lega sono finiti. Da martedì ragioneremo come se avessimo il 49%, come dice Bersani" (Bruno Tabacci, l'Unità, 24-2-2013)
Soluzione 15%.
"È fuori dal mondo che non arriviamo al 10%: io credo che la coalizione intorno a Monti possa raggiungere il 15%, un risultato netto" (Pier Ferdinando Casini, 18-2) Hasta la victoria. "Tra una settimana Pier Luigi ci guiderà alla vittoria, ne sono convinto, e sarà una vittoria ampia, perché abbiamo imparato dagli errori del passato: stavolta c'è una squadra nuova, stavolta resteremo uniti. Ha fatto una campagna elettorale bella e normale, Ambrosoli guiderà un rinnovamento etico" (Romano Prodi, 17-2)
BEPPE GRILLO E ROMANO PRODIBEPPE GRILLO E ROMANO PRODI Un nome una garanzia. "Sarò la garanzia di stabilità e governabilità per il futuro" (Nichi Vendola, 17-2)
Il trapassato. "Tutti i sondaggi dicono che non c'è nessun trapasso di voti tra noi e Grillo" (Enrico Letta, 16-2)
Arriva GrilloArriva Grillo Soluzione 20%. "Sono convinto che andremo sopra il 20% e la nostra coalizione sarà competitiva per governare il Paese. Non ci interessa fare l'ago della bilancia" (Gianfranco Fini, Corriere, 27-1)
Il sorpasso/1. "Silvio sorpassa Pier Luigi: gli italiani lo vogliono premier" (Il Giornale, 1-2)
Ezio MauroEzio Mauro Il sorpasso/2. "In autostrada la corsia di sorpasso sta a sinistra mentre quella di emergenza sta a destra" (Matteo Renzi, 16-2)
Il sorpasso/3. "Nel Veneto il sorpasso è possibile, per il Pd la partita è aperta" (Matteo Renzi, 15-2)
Mario CalabresiMario Calabresi Il sorpasso/4. "Monti e Bersani disperati, ora li sorpassiamo: abbiamo messo la freccia, siamo in corsia di sorpasso" (Silvio Berlusconi, 6-2)
Già. "Siamo già al 4%" (Ignazio La Russa, 20-2)
à la carte. "Abbiamo le carte per vincere" (Silvio Berlusconi, 25-1)
Solo noi. "Caro Ingroia, solo noi battiamo la destra" (Pier Luigi Bersani, 19-1)
Il vigile. "Tra Vendola e Monti il traffico lo dirigerò io" (Pier Luigi Bersani, 15-2)
L'arma segreta. "Con Berlusconi possiamo vincere le Politiche. I malumori sono rientrati, stiamo aumentando i voti" (Roberto Maroni, Libero, 20-1)
MAURIZIO BELPIETROMAURIZIO BELPIETRO Gli inafferrabili. "Il Pd è avanti di 12 punti" (L'Unità, 14-1)
Mica sono matti. "Non credo che gli italiani possano essere così fuori di senno da dare il voto a Grillo" (Silvio Berlusconi, 15-2)
Gli imprendibili. "A Montecitorio il divario è incolmabile" (Pier Luigi Bersani, Repubblica, 13-2)
GIANFRANCO FINI E MARIO MONTIGIANFRANCO FINI E MARIO MONTI Almeno una condanna. "Sono condannato a vincere" (Silvio Berlusconi, 8-1)
SuperSud. "Con Grande Sud il Pdl può vincere anche alla Camera" (Gianfranco Micciché, Il Giornale, 8-1)
La puntata. "Ora Berlusconi punta al 35%" (Il Giornale, 7-1)
Gli strateghi. "La mia e di Fini è una precisa strategia elettorale: noi ci occupiamo della buona politica, mentre Monti ha il compito di raccogliere consensi nella società civile" (Pier Ferdinando Casini, 12-2)
Vendola e ZingarettiVendola e Zingaretti All red. "Oggi il mondo torna a essere rosso. Intanto c'è Obama, poi c'è il Brasile, che è governato dalla sinistra. Nella vecchia Europa i conservatori sono ancora forti, ma noi cercheremo di renderli meno forti" (Massimo D'Alema, 9-2)
Senza paura. "Non ho paura dello sbarramento, siamo al 5%" (Antonio Ingroia, Repubblica, 4-1)
Prima UnitàPrima Unità Er Mejo. "Da Zingaretti mi separano 10 punti, li recupero e sostengo Alemanno in Comune" (Francesco Storace, Libero, 2-1)
Beppetrema. "Silvio anti-Casta ruba voti a Grillo" (Libero, 5-1)
Beppe crolla. "Torna il ‘voto utile', Grillo in picchiata: dopo aver sfiorato il 20 per cento, ora nei sondaggi oscilla tra l'11 e il 14" (Repubblica, 5-1)
Che Svendola. "Vinceremo anche al Senato e non ci sarà bisogno di Monti" (Nichi Vendola Repubblica, 3-1)
SuperMario/1. "L'effetto Monti può valere fino al 20%"(La Stampa, 30-12)
Famiglia numerosa. "Parte la sfida della destra Pdl: Fratelli d'Italia punta al 7%" (Il Giornale, 22-12)
RICCARDI CASINIRICCARDI CASINI SuperMario/2. "Monti spinge sulla lista unica: in un sondaggio consensi al 20%" (Repubblica, 27-12)
Ragassi tutto ok. "Calmi, non è il 2006: andrà bene. Per come è messa, l'Italia non può sbagliare" (Pier Luigi Bersani, Repubblica, 24-2)
Siamo solo noi. "Solo il Pd può governare e cambiare. Il nostro successo potrà rendere più forte la battaglia in Europa per la crescite e l'equità" (Pierluigi Bersani, L'Unità, 24-2)
MARIO MONTI E LUCA DI MONTEZEMOLO jpegMARIO MONTI E LUCA DI MONTEZEMOLO jpeg Il fulcro. "Il centrosinistra può diventare il fulcro del nuovo sistema politico" (Francesco Benigno, L'Unità, 24-2)
Si cambia. "Cambia l'Italia" (L'Unità, prima pagina, 24-2)
Il bacio della morte/1. "Noi comunque riteniamo che il Centrosinistra vincerà alla Camera... Per il Senato il discorso è diverso: lì non c'è solo Monti, c'è anche Casini... Probabilmente, se il Pd vincerà alla Camera ma il Senato fosse senza maggioranza, Casini l'alleanza con Bersani la farebbe e la governabilità sarebbe assicurata, gli impegni con l'Europa mantenuti, la politica economica europea e italiana orientate verso la crescita. Ecco perchè il centrosinistra deve vincere" (Eugenio Scalfari, Repubblica, 3-2).
BERSANI PRODI A MILANOBERSANI PRODI A MILANO Il bacio della morte/2. "Noi crediamo e speriamo che la grande maggioranza degli italiani comprenda la sostanza di quanto sta avvenendo e confidiamo che da queste elezioni esca un Parlamento responsabile e un governo stabile se, come sembra, sarà il centrosinistra a vincere alla Camera e a stipulare un accordo con Monti che metta in sicurezza anche il Senato" (Eugenio Scalfari, Repubblica, 24-2)
Il ragazzo dello Zoo piddino. "Dopo il tacchino sul tetto, la mucca in corridoio e il giaguaro da smacchiare, in cinque anni completo lo zoo" (Pier Luigi Bersani, 18-2)
Peter Louis Jaguar. "Ancora pochi giorni e smacchieremo il giaguaro" (Pier Luigi Bersani, 16-2)

martedì 26 febbraio 2013

Gli amici nel momento del bisogno: De Magistris che "l'aveva sempre detto"

26 FEB

«Rivoluzione Civile è finita». Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris commentando i risultati elettorali. «Non c'è futuro per questa lista - aggiunge - di fronte a una sconfitta così netta. Dispiace per persone come Antonio Ingroia, che avendoci messo la faccia, non entrerà in Parlamento».

«È stato un risultato pessimo di un'esperienza di due mesi, in una campagna elettorale brutta e mediatica per una lista rimasta schiacciata tra il voto utile al Pd e il voto di rottura per Grillo», aggiunge de Magistris. Ribadendo che considera conclusa l'esperienza di Rivoluzione Civile ma non crede alla sconfitta personale, da leader del movimento arancione che ha sostenuto Antonio Ingroia.

«Io mi misuro solo quando mi candido - dice - quando mi candiderò, e avverrà, sarò misurato sul mio progetto politico. Per ora mi dedicherò pancia a terra ai problemi di Napoli perchè ci aspettano mesi di ingovernabilità».

 http://www.unita.it/italia/speciale-elezioni-2013/de-magistris-seppellisce-r-civile-br-non-c-e-futuro-per-questa-lista-1.485456


20 FEB

De Magistris: «Ingroia, unica alternativa»

 Il nostro obiettivo non è allearci con qualcuno, ma far entrare in Parlamento un buon numero di “partigiani della Costituzione”»: sono parole del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, oggi a Savona, dove è stato protagonista di un incontro elettorale per sostenere la candidatura di Antonio Ingroia.

«Siamo l'unica vera alternativa a chi ha malgovernato negli ultimi anni - ha detto l'ex magistrato
http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2013/02/20/APDoolnE-alternativa_magistris_ingroia.shtml


24 NOV

ROMA - Luigi De Magistris ne è convinto: il candidato premier della lista arancione alle elezioni del 2013 sarà Antonio Ingroia.

http://www.repubblica.it/politica/2012/11/24/news/ingroia_lista_arancione-47298972/

lunedì 25 febbraio 2013

Italia verso il colpo di stato reazionario: la paura del potere


I partiti della maggioranza minacciano: se vince Grillo instabilita' politica. 

Qualcuno sta tentando di manipolare i mercati per far apparire la vittoria di Grillo "nemica" dell'economia

L'Italia si rivela ancora piu' INFAME di quello che ci aspettavamo.


Chiuse le urne, gli istant poll degli istituti Tecnè e Piepoli per Sky e Rai davano il Partito democratico verso la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Ma le prime proiezioni relative a Palazzo Madama stravolgono lo scenario: prima avanti il centrodestra, poi parità, poi controsorpasso di Pd-Sel. Il partito di Grillo al 24,5% al Senato e 26,3% alla Camera dove è primo partito. Lo spread risale fino a quota 293, oltre la "soglia Monti" (287 punti) e si profila il ritorno al voto causa "ingovernabilità". Instant poll regionali, duello Ambrosoli-Maroni in Lombardia, Zingaretti avanti nel Lazio  

http://www.repubblica.it/index.html?refresh_ce




domenica 24 febbraio 2013

La paura civile, la Favia del doppio gioco




INGROIA SUDA FREDDO E SI AGGRAPPA A DE MAGISTRIS - RIVOLUZIONE CIVILE CON L’INCUBO DEL 4%: SE VA MALE RESTANO TUTTI A CASA - PER IL SENATO (SOGLIA 8%) LE SPERANZE SONO AFFIDATE ALLA CAMPANIA DI GIGGINO (MA L’OBIETTIVO E’ DIFFICILISSIMO) - INGROIA A PASSEGGIO PER I VICOLI DI NAPOLI, STASERA SARA’ A SAN SIRO PER IL DERBY - FAVIA RISCHIA LO SMACCO E ATTACCA I MEDIA (LUI!)….

Luca De Carolis per Il Fatto Quotidiano
CROZZA IMITA INGROIACROZZA IMITA INGROIA La grande paura è quella di restare fuori del Parlamento, per un pugno di voti. La rabbia è per "l'oscuramento subito dai media", che li avrebbe relegati a scomodi paria. Alla vigilia del voto, tra candidati e soldati semplici di Rivoluzione Civile sensazioni e speranze sembrano uniformi. La soglia del 4 per cento, quota per l'accesso alla Camera, pare alla portata. Mentre acciuffare l'8 per cento almeno in una regione, cifra minima per l'approdo in Senato, sarà affare complicato.
CICCIOLINA LISTA INGOIACICCIOLINA LISTA INGOIA L'unico, concreto spiraglio per palazzo Madama pare in Campania. Non a caso, venerdì sera Antonio Ingroia ha chiuso la campagna elettorale a Napoli, assieme a Luigi De Magistris. Ieri mattina il candidato premier di Rivoluzione Civile è rimasto in città per una passeggiata in centro, con annessa visita all'artista che l'ha ritratto in una statuetta per il presepe. Questa mattina Ingroia voterà a Palermo, poi in serata sarà a Milano, per assistere al derby a San Siro. Facile che in tribuna incroci Silvio Berlusconi. Gli occhi dell'interista Ingroia saranno sul prato verde, la testa inevitabilmente alle urne. Perché quel 4 per cento vale come la sopravvivenza di un progetto.
Bill Emmott Annalisa Piras e Antonio IngroiaBill Emmott Annalisa Piras e Antonio Ingroia SUPEREROI PER INGROIA - THORSUPEREROI PER INGROIA - THORDa Rivoluzione Civile, sondaggi e umori alla mano, ripetono che il traguardo è vicino : "Per Ingroia ci sono state sale piene ovunque: con il 4 per cento dovremmo prendere attorno ai 17 deputati". Qualcuno parla di impresa possibile per il Senato anche in Toscana. "Sono fiducioso" riassume Maurizio Zipponi (Idv), candidato alla Camera in tre regioni. Che sostiene: "Rivoluzione Civile prenderà diversi voti a Sel, destinata ad allearsi per forza con Monti. E questo drenerà consensi verso di noi, vero partito d'opposizione. Poi ci sono altri fattori positivi: l'appoggio di Rinaldini (ex segretario generale della Fiom, ndr) e l'appello per Rivoluzione Civile di Michele Santoro".
Va bene: ma Grillo quanti voti vi toglierà, dopo aver riempito piazza San Giovanni? "Quasi nessuno, gli elettori indecisi tra noi e i Cinque Stelle hanno già deciso da tempo. Casomai toglierà altri voti al Pd". L'ostacolo grande come una montagna rimane il Senato. "Ma almeno in due - tre regioni ce la giochiamo" assicura il responsabile Lavoro Idv. In Campania sulle liste c'erano state tensioni tra Ingroia e De Magistris. Era insoddisfatto, il sindaco. "Ma è tutto passato, sono cose che possono succedere quando attorno a un tavolo discutono ex pm" scherza Zipponi. Giovanni Favia, ex M5s, è candidato alla Camera in tre regioni.
INGROIA jpegINGROIA jpegAntonio Ingroia e Paolo Floris D ArcaisAntonio Ingroia e Paolo Floris D Arcais Accusa: "Contro Rivoluzione Civile c'è stato un tentato omicidio politico. Ci hanno tagliato fuori da ogni dibattito, e le rare volte che ci hanno dato spazio era solo per polemiche. Io mi sono dovuto difendere in tv dal fango che mi gettavano addosso, dei nostri programmi non sono riuscito a parlare". Ma cosa si aspetta dalle urne, il Favia inseguito dal passato? "Vedo buoni segnali. E comunque il nostro progetto è appena iniziato".