FRASE DEL GIORNO
Ma gli scambi di favori e le fedeltà antiche o recenti sono una colla che va ben oltre i tavoli di carte e le remate sul "Teverone", riservate a pochi appassionati. Perché in Italia, dove la concezione del potere poggia non sul merito ma sulla cooptazione, più che la conoscenza contano le conoscenze.
BARZELLETTA DEL GIORNO
Malagò...ne trae spunto per santificare la funzione dei circoli sul Tevere, sottraendoli alla fama di luoghi deputati al patteggiamento di connivenze talvolta opache: «Tutti si danno del tu per statuto perché nessuno si deve sentire nessuno, il peso del rispettivo potere va lasciato fuori. È ammesso il cazzeggio più che il business, non siamo una lobby d´affari, ma una lobby di rapporti umani»
“GENERONE” DI POTERE – PALAZZINARI E BOIARDI, MINISTRI E DIVI: L’ASCESA DI MALAGÒ AI VERTICI DEL CONI RILANCIA LA CENTRALITÀ DEI CLUB COME LOGGE IN CUI L’UPPER CLASS DE’ NOANTRI RINSALDA I SUOI RAPPORTI – QUEI CIRCOLI FRA IL TEVERE E L’ANIENE TRASFORMATI COME CERTI CONVIVI IN CASA DE BENEDETTI O PASSERA O AMATO O BASSANINI: SALOTTI IN CUI SI ATTOVAGLIANO NOMINE, AFFARI, SCAMBI DI FAVORI…
Alberto Statera per "la Repubblica"Il Generone romano, come veniva chiamato il ceto borghese ai tempi della nobiltà nera vaticana, oggi alligna vigoroso non solo nella marca del nuovo presidente del Coni, ma in un´altra decina di circoli di serie A, reali o ex reali, dove pseudo-canottieri e tennisti con protesi d´anca intrecciano amicizie, affari e solidarietà.

È qui che Giovannino, il Rubirosa dei Parioli bello e possibile, ha fatto del Circolo Canottieri Aniene, nato nel 1892 da una costola del Tevere Remo, considerato troppo nero e papalino, la più formidabile concentrazione di upper class della capitale. Una sorta di stanza di compensazione dei poteri borghesi, dei ruoli e della ricchezza, il melting pot perfetto di alti burocrati e palazzinari, professionisti e commercianti, imprenditori e star o pseudo tali dello sport e dello spettacolo.

Vi dice qualcosa il fatto che la nomina di Malagò, candidato sfavorito, sia stata patrocinata da Gianni Letta, che si è adoperato per settimane al mercato degli Scilipoti dello sport, disposti a cambiare insegne pur di entrare nella nuova congrega di potere dotata di ricchi premi e cotillons?





Anche i circoli più antichi e prestigiosi fecero fatica a recuperare la crisi d´immagine che ingiustamente allora colpì tutti. Malagò e gli altri puntarono allora sul richiamo alle antiche origini, lo sport d´eccellenza, l´agonismo, l´eticità e i soci onorari conquistati "agratis", come Carlo Azeglio Ciampi. Ma gli scambi di favori e le fedeltà antiche o recenti sono una colla che va ben oltre i tavoli di carte e le remate sul "Teverone", riservate a pochi appassionati. Perché in Italia, dove la concezione del potere poggia non sul merito ma sulla cooptazione, più che la conoscenza contano le conoscenze.

E lui: «Scusi, non ci conosciamo, perché mi da del tu?» Malagò, che ci ha confermato l´episodio, ne trae spunto per santificare la funzione dei circoli sul Tevere, sottraendoli alla fama di luoghi deputati al patteggiamento di connivenze talvolta opache: [ATTENZIONE: SEGUE BARZELLETTA. NDB]«Tutti si danno del tu per statuto perché nessuno si deve sentire nessuno, il peso del rispettivo potere va lasciato fuori. È ammesso il cazzeggio più che il business, non siamo una lobby d´affari, ma una lobby di rapporti umani». [OKKEI POTETE RIDERE]

Per capire le relazioni di ogni tipo, che Giulio Andreotti ama ricostruire sui necrologi del "Messaggero" ma soltanto post-mortem, basterebbe scorrere le liste dei soci dei circoli. Altro che affari e connivenze, vale anche per le relazioni sentimentali, tanto che il ministro Corrado Passera è convolato a nozze con una signora conosciuta all´Aniene, pronubo il solito Malagò.
Aniene, Tevere Remo, Roma, Lazio, Parioli, Tennis Club, Tiro a volo, dove non sparacchiano il sottosegretario di Monti Antonio Catricalà e l´ex ministro Franco Frattini, che non va invece agli Esteri, dove l´ambasciatore Vattani ha messo come presidente non il figlio, ex console attivista fascista, ma il fratello.
Ecco i templi del Generone di potere. Poi ci sono i circoli più su, ma molto più su, quelli nobili come la Caccia e gli Scacchi, a palazzo Borghese e a palazzo Rondanini, dove quando si cerca di essere ammessi ogni palla nera contraria vale tre palle bianche favorevoli, come personalmente verificarono Paul Getty («E allora me lo compro», sibilò), Valentino Bompiani e Francesco Cossiga.
C´è qualche socio senza quattro quarti di nobiltà, come Lorenzo Pallesi e Paolo Scaroni, ma le palle dello stemma sono essenziali e cancellano molte nefandezze. Quando il Pm di Potenza Woodcock arrestò Vittorio Emanuele di Savoia, il Duca di Castel Garagnone Marchese don Giulio Patrizi di Ripacandida e il Marchese Paolo Patrizi Montoro Naro, chiesero la sua espulsione da Caccia e Scacchi. Ma si alzò il principe Carlo Giovanelli che lo salvò con queste parole: «Chi tra noi non è mai andato con una prostituta?» Tutti tacquero.
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