Le famiglie dei politici non sono mai precarie. Pur essendo burattini del potere reale, i vari onorevoli, consiglieri, etc... piazzano parenti ed amici "cari" nelle diverse amministrate.
Con stipendi ben superiori ai 1000 euro dei precari.
Ovviamente: parliamo di incapaci spacciati per "eccellenze".
L'Istat (ben popolata da tali soggetti) ovviamente non dice che il precariato e' anche conseguenza dell'incapacita' di tali personaggi...
Con stipendi ben superiori ai 1000 euro dei precari.
Ovviamente: parliamo di incapaci spacciati per "eccellenze".
L'Istat (ben popolata da tali soggetti) ovviamente non dice che il precariato e' anche conseguenza dell'incapacita' di tali personaggi...
l Rapporto annuale dell'istat
Precari, lo stipendio medio è mille euro
Nel 2012 la retribuzione mensile di un dipendente a termine è 1.070 euro, 355 euro in meno rispetto a chi ha il posto fisso
MILANO - Il lavoro del precario vale meno: in media chi non ha un
posto fisso prende uno stipendio più basso del 25% rispetto agli altri
lavoratori. A certificarlo è l'Istat nel Rapporto annuale. Nel 2012 la
retribuzione media mensile netta di un dipendente a termine che lavora a
tempo pieno si ferma a 1.070 euro, 355 euro in meno rispetto a un
dipendente assunto a tempo indeterminato.
DIVARIO - L'Istat parla di lavoratore "atipico", comprendendo in questa categoria chi vive di contratti a termine e collaborazioni. E spiega nel Rapporto come «un indicatore importante dello svantaggio del lavoro atipico è dato dal differenziale retributivo con l'occupazione standard», ovvero stabile e senza riduzioni d'orario. Guardando solo a chi è full time, tra un dipendente a tempo determinato e uno a tempo indeterminato il divario, pari in media a un quarto, è dovuto a più ragioni, anche se ormai può essere considerato una costante.
I NUMERI - «Il differenziale è in parte spiegato da effetti di composizione, quali l'età, il settore di attività, la professione. Ma - sottolinea l'Istituto - le differenze permangono anche a parità di caratteristiche e aumentano al crescere dell'anzianità lavorativa, poiché al tempo determinato non si applicano gli scatti di anzianità». Ecco che, evidenzia, «la differenza è di 85 euro per chi lavora da appena due anni e cresce a 392 euro per chi ha una carriera lavorativa di 20 anni e oltre, non necessariamente tutta da atipico».
DIVARIO - L'Istat parla di lavoratore "atipico", comprendendo in questa categoria chi vive di contratti a termine e collaborazioni. E spiega nel Rapporto come «un indicatore importante dello svantaggio del lavoro atipico è dato dal differenziale retributivo con l'occupazione standard», ovvero stabile e senza riduzioni d'orario. Guardando solo a chi è full time, tra un dipendente a tempo determinato e uno a tempo indeterminato il divario, pari in media a un quarto, è dovuto a più ragioni, anche se ormai può essere considerato una costante.
I NUMERI - «Il differenziale è in parte spiegato da effetti di composizione, quali l'età, il settore di attività, la professione. Ma - sottolinea l'Istituto - le differenze permangono anche a parità di caratteristiche e aumentano al crescere dell'anzianità lavorativa, poiché al tempo determinato non si applicano gli scatti di anzianità». Ecco che, evidenzia, «la differenza è di 85 euro per chi lavora da appena due anni e cresce a 392 euro per chi ha una carriera lavorativa di 20 anni e oltre, non necessariamente tutta da atipico».
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